Sindrome dell’Ovaio Policistico e Alimentazione

Figure stilizzate di tre donne in rosa che si tengono per mano by thewealthyspoon, rappresentano la sindrome dell'ovaio policistico una patologia che la Nutrizionista Dott.ssa Paola Proietti Cesaretti può aiutare a mitigare

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS acronimo di “Polycistic Ovarian Syndrome) è un disturbo multi-fattoriale su base endocrino metabolica che, secondo recenti studi, colpisce più del 10 % delle donne in età fertile. 

Per diagnosticare la PCOS sono necessari degli esami specifici che lo specialista solitamente prescrive dopo aver effettuato un’anamnesi approfondita che evidenzia la presenza contemporanea di almeno due dei seguenti sintomi:

  • Anovulazione (solo una o due ovulazioni negli ultimi 90 giorni) oppure oligo-ovulazione (irregolarità)
  • Amenorrea (mancanza di ovulazione negli ultimi 90 giorni)
  • Ovaie con aspetto ecografico policistico

Inoltre possono presentarsi anche:

  • Irsutismo con peluria diffusa in aree del corpo specifiche
  • Acne diffusa 
  • Sovrappeso diffuso nella zona addominale
  • Dislipidemia (ipertrigliceridiemiain particolare)
  • Infertilità
  • Dolore pelvico

Le cause scatenanti sembrano essere l’insulino-resistenza e l’iperandrogenismo. All’insulino resistenza è correlato l’aumento di peso in particolare nella zona addominale (caratteristica conformazione “a mela”) e la dislipidemia, mentre l’incremento degli androgeni diminuisce l’attività follicolare con conseguente anovulazione, acne e irsutismo

Oltre alle terapie farmacologiche ormonali prescritte dallo specialista, anche altri fattori possono svolgere un ruolo cruciale nel miglioramento del quadro metabolico e ormonale. Tra questi risultano determinanti l’alimentazione sana, lo stile di vita e l’integrazione di supplementi specifici.

L’obiettivo primario è un miglioramento della composizione corporea specialmente nei soggetti in sovrappeso e questo si può ottenere seguendo un protocollo alimentare specifico. 

I suggerimenti pratici da seguire sono i seguenti:

  • assumere alimenti a carico glicemico basso per garantire un controllo nella secrezione di insulina. Questo si ottiene privilegiando alimenti integrali e combinando correttamente i macronutrienti in ogni singolo pasto.
  • aumentare il consumo di fibre (almeno 30g al giorno secondo le linee guida) consumando più cereali integrali, legumi e verdura
  • evitare il consumo di zuccheri semplici come quelli contenuti in bibite dolci, dolci e caramelle, ma anche limitare quelli derivanti dalla frutta. Il suggerimento è quello di consumare di frutta in particolare quella non molto matura a due porzioni al giorno 
  • consumare quotidianamente una corretta quantità di proteine ad alto valore biologico, come carne, pesce e uova, non provenienti da allevamenti intensivi
  • limitare il consumo di latte ed evitare di sostituirlo con bevande vegetali con alto indice glicemico (come la bevanda di riso) o bevande che possono dare un richiamo ormonale (come la bevanda di soia)
  • aumentare gli alimenti antinfiammatori come gli omega 3 contenuti nel pesce azzurro e gli antiossidanti naturalicome i polifenoli contenuti nelle erbe aromatiche o nel tè verde
  • evitare gli spuntini oltre ai tre pasti (colazione, pranzo e cena)  
  • preferire il consumo di grassi “buoni” in particolare i monoinsaturi contenuti per esempio nella frutta secca (mandorle, noci, nocciole) e nell’avocado e i polinsaturi contenuti nell’olio extravergine di oliva (utilizzato a crudo)
  • Idratarsi a sufficienza
  • Ridurre il caffè e gli alcolici 

Per quanto riguarda lo stile di vita sano, i consigli che vengono suggeriti sono:

  • rispettare il timing dei pasti perché recenti studi hanno dimostrato che questa pratica permette di diminuire l’insulino resistenza e migliorare l’ovulazione
  • praticare attività fisica; fare una passeggiata di buon passo per 30 minuti ogni giorno, frequentare la palestra o fare un corso di ballo possono essere delle ottime alternative. L’importante è mantenere la costanza e la frequenza minima di 3 volte alla settimana.
  • Limitare il fumo di sigaretta perché danneggia e infiamma le mucose a causa della produzione di radicali liberi. In particolare, nel caso di assunzione di farmaci estroprogestinici, come nel PCOS, il fumo è da evitare per l’aumento del rischio tromboembolico.

L’utilizzo di supplementi ha dimostrato l’efficacia nel migliorare l’aspetto ormonale che è causa principale della PCOS. Tra questi c’è il myo-inositolo che migliora la sensibilità insulinica e il glucomannano, una fibra solubile che ha come caratteristica quella di ridurre l’assorbimento di grassi e zuccheri e di conseguenza l’aumento della glicemiae dell’insulina.

Attualmente non esiste una terapia che risolve definitivamente la sindrome dell’ovaio policistico, ma affiancare alla cura farmacologica uno stile di vita e soprattutto un’alimentazione mirata e studiata in modo personalizzato, permette un netto miglioramento e risoluzione di alcuni aspetti.

È cruciale evitare il fai da te, ma affidarsi a professionisti competenti che sappiano gestire lo stato della patologia sia dal punto di vista farmacologico che nutrizionale.

In quest’ambito, il profilo di un Nutrizionista che disponga di competenze integrate in farmacologia può essere determinante per ottenere un miglioramento dello stile di vita.

figure stilizzate di tre donne in rosa che si tengono per mano
Polycystic Ovary Syndrome (PCOS)

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