La fitoterapia prevede l’utilizzo di erbe medicinali per il mantenimento del benessere dell’organismo ed anche per il miglioramento di alcune patologie.
Il fitocomplesso è l’insieme dei principi attivi presenti nella droga vegetale, parte della pianta che contiene le sostanze con attività medicamentosa e che viene utilizzata per la preparazione dei prodotti fitoterapici.
Il fitocomplesso esercita un’attività che non è semplicemente la somma delle attività dei vari principi attivi presenti nella pianta, poiché tra essi intercorrono complesse interazioni di sinergismo e di antagonismo da cui deriva la possibilità di modulazione (potenziamento o attenuazione) degli effetti dei vari principi attivi.
La concentrazione dei principi attivi di una stessa pianta dipende da molteplici fattori, come ad esempio la parte della pianta viene utilizzata, il periodo di raccolta o la modalità di preparazione.
La molteplicità dei principi attivi del fitocomplesso spiega come la stessa pianta possa avere azioni terapeutiche molteplici e diverse.
Ad esempio, i principali costituenti dell’Echinacea – impiegata nelle infezioni virali delle vie aeree superiori ed in particolare nell’influenza – sono i flavonoidi, i polifenoli, i terpeni e i polisaccaridi: hanno proprietà antinfiammatorie, immunostimolanti ed antivirali.
Il Ginkgo biloba – usato per i difetti della memoria, per le arteriopatie periferiche, per l’ansia, ecc. – contiene flavonoidi, terpeni etc., aventi proprietà antiossidanti, antiaggreganti, antiallergiche e vasodilatatrici.
Le preparazioni fitoterapiche abitualmente utilizzate sono le seguenti:
- Infuso: si ottiene versando acqua bollente su foglie e fiori essiccati e sminuzzati opportunamente e lasciando a contatto con l’acqua stessa per un tempo più o meno lungo e poi si filtra.
- Decotto: si ottiene per ebollizione in acqua delle droghe particolarmente compatte e legnose (solitamente radici, rizomi, frutti e cortecce) per diversi minuti a seconda dei casi.
- Succo di pianta fresca: ottenuto per spremitura e/o centrifugazione della pianta o di sue parti subito dopo la raccolta ed utilizzato per ricavare sali minerali e vitamine o come base per sciroppi.
- Tintura madre: preparazione liquida ottenuta dalla pianta fresca per estrazione con soluzione idroalcolica tramite macerazione o semplice percolazione.
- Estratto fluido: preparazione liquida più concentrata della tintura
- Estratto secco: preparazione generalmente in capsule o compresse avente come base l’estratto essiccato e opportunamente sminuzzato della droga.
- Olio essenziale: miscela di sostanze aromatiche estratte dalle piante per distillazione o per spremitura
- Macerato glicerico: preparazione utilizzata per gemme fresche, giovani getti o germogli (i gemmoderivati) che vengono macerati in una miscela di alcol e glicerina. Ha un contenuto alcolico inferiore rispetto alla tintura madre.
Le differenti forme estrattive non sono bioequivalenti, cioè la stessa pianta medicinale può essere diversamente attiva a seconda della forma estrattiva in cui viene usata (variano la qualità e la concentrazione delle sostanze attive), ad esempio la tintura madre di Ribes nero ha un’azione astringente e vasoprotettrice per la presenza di vitamina C e antociani, mentre il macerato glicerico di Ribes nero ha un’azione antiallergica, antinfiammatoria e antisettica per la sua capacità di stimolare la produzione di cortisone endogeno.
Molteplici piante medicinali vengono utilizzate per la prevenzione e la cura di alcune patologie anche in associazione ai farmaci tradizionali. Anche nell’ambito nutrizionale è utile l’integrazione con alcuni prodotti fitoterapici per ottimizzare l’effetto di una dieta (anche per dimagrire) e per ridurre alcuni disturbi. Ad esempio si utilizza la radice di zenzero per favorire la digestione, il gambo di ananas per migliorare la cellulite o il glucomannano – ricco di fibre – per dare un senso di sazietà.
La percezione che i fitoterapici siano, in quanto naturali, efficaci e sicuri non è però suffragata dalla realtà. Infatti i principi attivi presenti nelle droghe vegetali (cioè la parte di pianta contenente il principio attivo che viene utilizzata) hanno attività farmacologica e come tale se non utilizzata correttamente può avere controindicazioni, effetti collaterali e possibili interazioni con eventuali altri farmaci o integratori assunti.
E’ molto importante la qualità delle materie prime e della loro titolazione, cioè la standardizzazione della quantità di principio attivo. E’ per questo motivo che l’utilizzo dei fitoterapici deve essere suggerito da professionisti del settore che possono identificare il prodotto di qualità e l’utilizzo più corretto in base alle esigenze.