Gestione dello Stress

Celeberrima espressione tratta dal dipinto di Munch: lo stress ci può portare a questo? una patologia che la Nutrizionista Dott.ssa Paola Proietti Cesaretti può aiutare a mitigare by thewealthyspoon

Nell’uso comune con il termine stress si indica una situazione in cui l’organismo è sotto sforzo, affaticato e in tensione. 

Lo stress è un meccanismo fisiologico in risposta ad eventi sia esterni (stressors esogeni) che interni (stressors endogeni) che l’organismo si trova ad affrontare. 

Tale situazione comporta un’attivazione di una serie di eventi che coinvolgono emozioni, fluttuazioni ormonali e reazioni del sistema immunitario. A queste situazioni il nostro corpo reagisce cercando di mantenere l’equilibrio (omeostasi) tramite il sistema nervoso autonomo (SNA) e tale equilibrio viene chiamato sindrome generale di adattamento (SGA). 

Il termine SGA venne definito per la prima volta nel 1936 dal fisiologo Hans Selye come “una risposta automatica e inconsapevole a qualsiasi tipo di stressor (fisico, mentale o ambientale)”

Si distinguono 3 fasi della sindrome generali di adattamento:

  1. Reazione di allarme: il sistema nervoso autonomo (SNA) si attiva per far fronte all’emergenza. In questa fase intervengono ormoni come il cortisolo e l’adrenalina.
  2. Fase di adattamento: subentra se lo stressor non si è esaurito o se il sistema di emergenza del sistema nervoso autonomo non è riuscito a controbilanciarlo sufficientemente e in modo rapido. Il sistema nervoso si adatta alla situazione facendo consumare all’organismo molta energia.
  3. Fase di esaurimento: se lo stressor persiste nel tempo e diventa ripetitivo, i meccanismi difensivi non riescono più a sostenere l’azione disturbante e subentra un sovraccarico funzionale che porta all’esaurimento delle energie e spesso alla comparsa di malattie come la sindrome del burn-out.

Risulta evidente che se le situazioni di stress si mantengono per lungo tempo diventando croniche, l’organismo non riesce più a rispondere in modo adeguato alle sollecitazioni rompendo l’equilibrio e perdendo così la capacità di adattarsi. 

Le conseguenze dello stress cronico sono molteplici come ad esempio: indebolimento del sistema immunitario, infiammazione cronica e sindrome metabolica.

La tolleranza allo stress è individuale e può dipendere dall’età, dalle condizioni fisiche, dalla predisposizione genetica e dallo stile di vita.

Non tutto lo stress è però negativo. Infatti si può distinguere lo stress positivo che è quello acuto (eustress) da quello negativo che è quello cronico che ho accennato in precedenza (distress). 

L’eustress è conseguente a stimoli esterni momentanei e di rapida cessazione che attivano positivamente la risposta dell’organismo aumentando la concentrazione, la reattività e diminuendo la percezione del dolore. 

Questo succede ad esempio prima di un evento importante (come ad esempio un esame o un colloquio di lavoro) o in seguito ad una situazione di allerta o di pericolo.

Nel mio studio è possibile fare una valutazione del proprio stato di stress tramite un questionario e un test non invasivo (tramite dei sensori posti sui polpastrelli) che in pochi minuti verifica l’efficienza del sistema nervoso autonomo. 

Nel caso risultasse sia dal questionario che dal test una situazione di stress cronico (distress) potrà essere consigliato un piano di recupero specifico per quanto riguarda la nutrizione, la corretta integrazione e la gestione dello stress. 

Tramite una terapia respiratoria (bio-feedback respiratorio personalizzato) si può agire sulla gestione dello stress e se effettuata regolarmente garantisce uno stato di benessere a lungo termine (maggiore relax, miglioramento della concentrazione e della qualità del sonno).

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